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Anche Lawrence Summers, il principale consulente economico di Obama, ha evidenziato che «quello a cui stiamo assistendo negli Stati Uniti, e forse anche altrove, è una ripresa statistica e una recessione umana». A suo parere, la combinazione di disoccupazione alta e «politiche mercantilistiche» in certe parti del mondo rende difficile difendere politicamente, o addirittura intellettualmente, il libero scambio. A meno che la ripresa non si riveli molto più forte del previsto, nei paesi occidentali la disoccupazione rimarrà elevata, con tutti i pericoli politici che questo comporta.
Le sfide maggiori, dunque, sono politiche. I leader mondiali hanno mostrato una straordinaria capacità di gestire la crisi. La volontà collaborativa manifestata lo scorso anno, non da ultimo nell'ascesa del G-20, è stata notevole. Ma questa cooperazione diventerà più difficile man mano che si tornerà alla normalità, specialmente alla luce della forte disoccupazione e delle profonde divisioni politiche esistenti all'interno degli Stati Uniti, che sono ancora la potenza egemone a livello mondiale.
L'Unione Europea rimane inefficace, e la dimostrazione di questo è l'incapacità di Eurolandia di affrontare il dato di fatto che i paesi della periferia non possono sfuggire alla sua trappola di bilancio senza una forte espansione della domanda nei paesi del centro. Anche la Cina è ripiegata sui propri problemi. Zhu promette un riequilibrio. Ma andrà davvero così, una volta revocati gli stimoli oggi in vigore?
Abbiamo un'economia globalizzata, ma la politica resta locale. In tempi di crisi, la pressione a occuparsi della prima ha la meglio sulla seconda. Ma ora abbiamo di fronte un compito diverso, quello della convalescenza e del ritorno alla normalità politica. Nessuno può pensare che sarà semplice gestire questa transizione. Ma è una sfida che bisogna affrontare, ora che il potere globale continua a spostarsi, anno dopo anno. In caso contrario, il rischio è di veder colare a picco l'economia globale e la cooperazione globale. Questa è la lezione principale che ho ricavato da Davos.
(Traduzione di Fabio Galimberti)