La via è senz'altro stretta: premiare l'innovazione e la ricerca nei limiti delle risorse disponibili nel bilancio dello stato. Tuttavia, gli incentivi per i fattori che sono motori di sviluppo non possono tramutarsi, con un meccanismo perverso d'assegnazione, in una penalizzazione. Il bonus sulla ricerca è nato senza preventivare meccanismi di selezione: introdotte in un secondo tempo la prenotazione online e la conseguente graduatoria (basata sulla velocità del computer, non sul merito), molte imprese sono rimaste senza incentivi dopo aver fatto gli investimenti e aver confidato nei benefici fiscali. Ora, la commissione provinciale di Pescara ha dato ragione alle imprese che hanno fatto ricorso contro il click day: non può esserci il cambio delle regole del gioco a partita iniziata. A questo punto, è bene che l'amministrazione trovi un meccanismo per bilanciare gli interessi in gioco: risolvere il contenzioso per il passato – senza trascinare le imprese in liti defatiganti e dall'esito incerto – e la disponibilità delle risorse. Lo si faccia presto: la chiarezza è un valore. Rimandare non paga.