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BUROCRAZIA FISCALE / Distratto sì, ma l'ipoteca è troppo

di Michele Ainis

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05 febbraio 2010

Questa è una storia d'abusi e di soprusi. È una vicenda di tasse occulte. È infine la cronaca d'una settimana andata per rovescio: la mia. Ne parlo qui perché la medesima disgrazia colpisce milioni d'italiani, ciascuno inconsapevole della disgrazia altrui, e spesso pure della propria. Quantomeno ci sentiremo meno soli.
Il viaggio nel girone dantesco della burocrazia fiscale comincia con uno squillo al cellulare. È una funzionaria della banca che tiene in custodia i miei quattrini. Gentile, però piuttosto imbarazzata. Dice: «Professore, per quella pratica di fido ci siamo dovuti fermare. Lei ha un'ipoteca sulla casa». «Lo so, è legata al mutuo». «Non quella, ce n'è un'altra: un'ipoteca legale». Per un attimo mi manca il fiato in gola. Poi chiedo: «Da quando? E chi l'avrebbe iscritta?». «Equitalia Gerit, dal gennaio 2009. Ma venga in banca, ne parliamo di persona».
Per gli italiani Equitalia è un po' come la Spectre, un'organizzazione invisibile e implacabile; ma senza James Bond a difenderci dalle sue trappole infernali. Prima di correre in banca cerco di procurarmi qualche informazione navigando in Rete. Scopro così che la mia disavventura non è affatto isolata: nei forum online c'è perfino il caso d'un signore che si è ritrovato un'ipoteca sul groppone per un debito della sua defunta madre, mandato all'incasso dopo sette anni dal decesso, e ovviamente senza nessun preavviso. Per scrupolo, getto un'occhiata anche alla homepage di Equitalia, dove campeggia una scritta a lettere maiuscole: «Un paese più giusto». Meno male, sai che danni se invece volessero renderlo più ingiusto.

La funzionaria della banca è comprensiva, anche se non rassicurante. «C'è mezza Roma nelle sue stesse condizioni - dice - e tutti quanti vengono a sapere dell'ipoteca sull'immobile o del fermo amministrativo della loro autovettura sempre per caso, e sempre a cose fatte. Il motivo? Per lo più si tratta d'infrazioni al codice stradale». E già, Sua Maestà la multa. Qualche anno fa a Roma è stata effettuata una ricerca: su 2 milioni di vetture immatricolate (e 250mila automobilisti che ogni giorno sbarcano da fuori), i posti auto sono poco più di 100mila. Invece la scorsa settimana Adnkronos ha diffuso numeri aggiornati: 24 contravvenzioni al minuto elevate dai vigili urbani, una tassa occulta di 76 euro per ogni cittadino, ai comuni le multe fruttano più delle addizionali Irpef. Tanto che le iscrivono sul bilancio preventivo, guai se gli italiani diventassero disciplinati come altrettanti soldatini, sarebbe bancarotta. A Verona, per citare un solo esempio, prevedono d'incassare 13 milioni nel 2010, contro i 9 dell'anno passato. Anche perché i comuni giocano a "Lascia o raddoppia?": dopo 60 giorni il tuo debito s'impenna. Se applicassimo questa stessa regola con i nostri debitori, verremmo processati per usura; ma l'usura di stato no, non è reato.

«L'ipoteca vale quasi 6mila euro, il doppio delle cartelle esattoriali non pagate - dice la funzionaria - Ma per saperne di più vada agli uffici di Equitalia, è una tappa obbligata del calvario». Faccio così, che altro potrei fare. Anche se è assurdo iscrivere ipoteca per un valore infimo rispetto al valore dell'immobile. Anche se varie sentenze delle commissioni tributarie dichiarano illegittima l'iscrizione ipotecaria sotto gli 8mila euro, dato che comunque l'esecuzione immobiliare può attivarsi soltanto per importi superiori.

Sicché il giorno successivo mi presento in via Cristoforo Colombo, numero civico 271. Qual è la pulsantiera del mio numeretto? Informazioni, è di quelle che ho bisogno. Però mentre tutti gli altri sportelli chiudono alle 13 e 30, la fila per le informazioni era bloccata già alle 11, dieci minuti fa. Per forza, è su questa fila che c'è ressa. La maggior parte di noialtri è come il protagonista del Processo di Kafka, non sappiamo nulla del capo d'imputazione che ci pende sulle spalle.

Trovo un'impiegata che caracolla nell'androne, presa d'assalto dal popolo dei contribuenti. «Ma è possibile iscrivere ipoteca senza un preavviso, un avviso, un postavviso?» le chiedo facendomi largo fra gli astanti. «Da qualche mese no, c'è una legge che lo vieta. Ma in passato non ne eravamo obbligati. Comunque aspetti un po', se resta tempo smaltiremo pure le richieste di chi è senza numeretto». Così, tre ore più tardi, vengo a conoscenza dei miei carichi pendenti: 8 multe, una tassa sui rifiuti urbani. Cartelle esattoriali che non ho mai ricevuto, ma che il sistema bizantino delle notifiche presunte dà per notificate: loro ti lasciano una cartolina gialla nella buca delle lettere, poi se tu non vai alle Poste a ritirare il plico, fatti tuoi. Oppure cartelle esattoriali sulle quali avevo proposto istanza di sgravio al prefetto per avvenuta prescrizione, ricorso al giudice di pace, appello alla commissione tributaria.

Parlo di tutto questo al mio avvocato, il giorno dopo ancora. E insieme mettiamo a fuoco la diabolica alternativa cui Equitalia mi costringe. Per cancellare l'ipoteca dovrò infatti anzitutto estinguere il mio debito, sicché delle due l'una: o aspetto qualche secolo le risposte giudiziarie, e intanto mi tengo sul collo un'ipoteca ingiusta; oppure chiedo immediatamente di cancellare l'ipoteca, pagando tuttavia un debito ingiusto. E se nel frattempo avessi messo casa in vendita? Se avessi accettato una caparra di 50mila euro, firmando un preliminare di compravendita, senza sapere che la casa è ipotecata? L'acquirente, effettuate le visure catastali, avrebbe avuto tutto il diritto di rescindere il contratto, obbligandomi a restituirgli il doppio della caparra. Un bell'affare.

  CONTINUA ...»

05 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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