L a guerra è una cosa orribile ma seria. Per questo tanti lettori han fatto un salto sulla sedia nei giorni precedenti Capodanno quando i titoli di troppi giornali italiani hanno annunciato «Guerra in Yemen», certi che il Nobel per la pace Obama annunciasse l'invasione di lì a poche ore.
Nonsense, direbbero gli inglesi. L'attacco a Saddam nel '90-91 venne preparato per seimesi. L'attacco a Baghdad nel 2003 si basava su piani redatti ai tempi di Clinton, e anche allora raccogliere la forza d'invasione richiese mesi. E infatti nessun giornale internazionale di prestigio ha parlato di "guerra". Ci saranno raid, blitz, operazioni segrete, commandos e intelligence. Di guerre gli Usa ne han già due, e toste. Se vogliamo contare davvero nel mondo, occorre saper pensare la guerra e la pace. Se i nostri media devono calcolare meglio le analisi, la Farnesina e il ministro Frattini devono agire - lo scriveva bene ieri un editoriale del Foglio - coniugando gli interessi nazionali italiani con gli alleati e con i principi della nostra Costituzione. Guerra e pace son cose serie, giornalisti e ministri tutti dobbiamo ricordarcene.