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Settant'anni per aprire la «cassa delle multe»

di Antonello Chierchi e Andrea Maria Candidi

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7 Settembre 2009


A Is Arenas, il carcere di Arbus, comune sardo della nuova provincia del Medio Campidano, hanno realizzato un caseificio. Era il completamento naturale della vocazione professionale che quella casa di reclusione si è data: impegnare i detenuti nell'allevamento di pecore e bovini e, dunque, trasformarli anche in casari. È bastato un finanziamento di 475mila euro. Nella casa circondariale di Terni hanno invece puntato sul pane: corsi di formazione e la costruzione di un "forno solidale", che nel 2008 ha richiesto un investimento di 70mila euro.
A Cremona con 37mila euro i detenuti hanno digitalizzato gli atti del processo di Piazza Fontana, mentre a Sulmona sono bastati 45mila euro per realizzare in carcere i costumi e gli accessori necessari per lo svolgimento della giostra cavalleresca, appuntamento estivo della cittadina abruzzese.
Sono quattro dei sedici progetti per il reinserimento dei detenuti che nel 2008 sono stati finanziati con i fondi della cassa delle ammende, gestita dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e alimentata da entrate varie, tra cui i proventi ricavati dalla vendita dei manufatti realizzati dai carcerati, le somme versate a seguito di sanzioni disciplinari o pecuniarie disposte dal giudice, le cauzioni per misure di prevenzione o di buona condotta. Totale delle somme impegnate dalla cassa nei progetti a favore dei carcerati: 7 milioni. Totale dei soldi a disposizione della cassa a fine 2008: quasi 146 milioni.
È la caratteristica di questo organismo nato più settant'anni fa, nel 1932: non riuscire a spendere. E sì che le persone detenute da reinserire nella società non mancano: gli ultimi dati danno la popolazione carceraria in costante crescita. Anche la Lombardia ha superato, con oltre 8mila reclusi, la soglia consentita e ci si prepara a infrangere la capienza massima tollerabile a livello nazionale, fissata a quota 64.240 detenuti.
A fronte di una situazione sempre più critica, il "tesoretto" della cassa continua a crescere: erano 133 milioni nel 2007, sono diventati 146 lo scorso anno. Forse l'inspiegabile propensione all'accumulo – frutto di una normativa complicata, modificata più volte, e di astruse regole contabili – finirà prima o poi. Probabilmente, più poi che prima. Con l'ultima riforma della cassa del 2008 è stato, infatti, previsto che i soldi originariamente destinati a progetti per i detenuti, possano essere utilizzati anche per la costruzione di nuove carceri. Ma il nuovo piano di edilizia penitenziaria per il momento è stato solo annunciato.

7 Settembre 2009
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