È la Francia di Nicolas Sarkozy la testa d'ariete che a furia di tentativi e approssimazioni risolverà l'equazione dell'adeguato pagamento dei diritti d'autore - e più in generale dei contenuti - all'epoca di internet? Forse sì. Governo, protagonisti dell'industria musicale ed editoriale, artisti e intellettuali si stanno scervellando per creare i presupposti di un'ampia offerta legale sulla rete: abbordabile per il consumatore ma economicamente vantaggiosa per chi produce contenuti. La strada scelta da Parigi è una chiamata di corresponsabilità nei confronti dei fornitori di accesso a internet e dei motori di ricerca, le arterie attraverso le quali scorre oggi il moderno (e antico) bendidio della cultura e dell'entertainement. L'idea della Google Tax sui ricavi pubblicitari online va in questa direzione e il messaggio che arriva dalla Francia ai giganti americani è chiaro: produrre contenuti costa, che si tratti del cd di Charlotte Gainsbourg o dell'edizione online di Le Monde, e non è giusto che il grosso dei ricavi finisca ai distributori online. Nella speranza che la voce nazionale diventi presto un coro (intonato) europeo.