Gli azionisti italiani non amano partecipare alle assemblee societarie. Soltanto il 10% si fa parte attiva contro una media del 51% in Europa. La crisi finanziaria ha aumentato l'attivismo dei soci del 15% in Italia contro il 30% in Europa, ma non è quella l'unica ragione. È soprattutto l'incremento delle transazioni societarie come gli aumenti di capitale e le emissioni obbligazionarie, tutte operazioni che necessitano il consenso dei soci per essere approvate. Invece dell'assemblea, gli azionisti italiani preferiscono il contatto diretto con il management, una strada più efficace della partecipazione alle assise, ritenute troppo costose e con regole poco trasparenti. Almeno così le giudicano i soci esteri, tra i più attivi anche quando si tratta di criticare una regolamentazione giudicata spesso troppo farraginosa. In Europa si vota di più anche perché proprio le nuove regole adottate dai paesi hanno incentivato la partecipazione. In Italia qualcosa si muove, ma sempre per passi obbligati.