«...
PAGINA PRECEDENTE
Forse a causa di questa omissione l'Ocse commentava nell'agosto del 2007 che «l'attuale situazione economica per molti aspetti è migliore di quella che viviamo da anni La nostra previsione di fondo rimane in effetti piuttosto ottimistica. Un atterraggio morbido negli Stati Uniti e una ripresa forte e sostenuta in Europa». Gli esperti ufficiali di previsioni economiche negli Usa potevano dire alla Reuters, ancora nel settembre del 2007, che la recessione in America «non era un rischio serio». E questo molto dopo che il Levy Economics Institute, ad esempio, aveva previsto, nell'aprile di quell'anno, che la crescita della produzione avrebbe rallentato «fino quasi allo zero in un periodo non meglio definito tra adesso e il 2008».
Le autorità hanno continuato a non includere nei loro modelli stati patrimoniali e flussi di fondi sostenendo che le bolle non sono facilmente individuabili e i loro effetti non possono essere previsti in modo affidabile. Gli analisti sopra citati hanno dimostrato che in realtà la cosa è fattibile, e anzi è essenziale, se vogliamo prevedere la prossima crisi. Il settore finanziario è reale quanto l'economia reale. Le nostre autorità, e gli analisti a cui esse si affidano, ignorano lo stato patrimoniale e il flusso dei fondi a loro (e nostro) rischio e pericolo.
L'autore è ricercatore presso il dipartimento di Economia e commercio dell'Università di Groninga, in Olanda
(Traduzione di Fabio Galimberti)