Oswald Grübel, ceo di Ubs, dà poche interviste ma scrive molte lettere interne. Per la terza volta in poche settimane il numero uno della banca elvetica si è rivolto ai circa 70mila dipendenti. Il messaggio principale: stiamo migliorando, ma ci vorrà tempo per recuperare fiducia. Il secondo trimestre si è chiuso in rosso ma c'è stato un utile operativo, ricorda Grübel, aggiungendo che «i tagli di posti, che sono il rovescio della medaglia, sono quasi ultimati». Lo Stato svizzero ha ceduto la sua partecipazione ed una pagina è stata così voltata. L'accordo negli Usa per la consegna di 4450 nomi di clienti indiziati di reati fiscali è «un compromesso accettabile». La reputazione della banca è stata però intaccata e «la situazione negli Usa ha lasciato presso i nostri clienti l'amaro in bocca». Ora bisogna dimostrare di essere una banca degna di fiducia, sempre «rispettando le prescrizioni legali». La vicenda americana deve peraltro aver lasciato anche qualche strascico interno, se Grübel conclude invitando a superare le barriere «delle divisioni e delle nazionalità».
(L.Te.)