I correttivi anti-crisi sugli studi di settore hanno tagliato il traguardo. Prova di realismo del Fisco che, come già l'anno scorso, ha preso atto che la crisi ha colpito in profondità e che l'appuntamento con gli studi poteva essere quest'anno ancora più difficile. Nel 2009, secondo i dati forniti dall'amministrazione, lo strumento dei correttivi è stato efficace. Quest'anno si rettifica parzialmente il tiro, escludendo alcuni indici e guardando al minor utilizzo degli impianti e ai ritardi nei pagamenti che colpiscono i professionisti. Certo, l'esito non è per nulla scontato. E i correttivi dovranno essere "pesati" nel momento in cui i contribuenti si troveranno a fare i conti con il programma di calcolo per la determinazione dei ricavi. Tenendo presenti due punti fermi. Da un lato, che gli studi di settore non obbligano i contribuenti ad adeguarsi ai risultati. E dall'altro che in base agli studi non è possibile porre in essere accertamenti automatici, ma è sempre necessario passare da una fase di contraddittorio con l'amministrazione. Chiamata a una prova di realismo non solo al centro, ma anche in periferia.