«Da oggi la City è molto meno attraente». Angela Knight, leader dei banchieri britannici, ha fermato con queste parole le conseguenze ultime della supertassa del 50% sui bonus introdotta ieri, a carico solo dei dipendenti degli istituti di credito, dal cancelliere britannico Alistair Darling. La misura colpirà 20mila persone con gratifiche non necessariamente miliardarie (dalle 25mila sterline in poi) che alla fine del calcolo fiscale saranno ridotte di quasi tre quarti. Un manovra elettorale, è stato obiettato. Non c'è dubbio.
Il cancelliere cerca di monetizzare in vista del voto di primavera, puntando il dito su una categoria non amata dagli elettori. È operazione ad alto tasso di demagogia e ad alto rischio economico. La City garantisce una fetta cospicua del gettito fiscale e da mesi si assiste a un lento, costante esodo degli hedge fund verso la Svizzera. L'incertezza del contesto fiscale crea un clima poco ospitale per le istituzioni finanziarie e accelererà un fenomeno le cui conseguenze saranno molto più dolorose dell'invidia verso l'opulenza dei banchieri. Per Londra, naturalmente. Non a caso qualcuno a Parigi, forse, sorride.