Se è vero, come diceva Abraham Lincoln, che «nessuno è in grado di governare senza il consenso», è forse altrettanto vero che, quando il consenso svanisce, è necessario rivedere la governance. Una riflessione che recentemente deve avere impensierito anche il consiglio d'amministrazione di Goldman Sachs. A detta di William George, professore dell'università di Harvard e componente del consiglio della banca statunitense, l'indignazione pubblica sui maxi-compensi di Wall Street sta spingendo Goldman Sachs a un esame attento delle retribuzioni dei suoi dipendenti e a valutare se pagarli meno. Nei primi nove mesi del 2009 Goldman Sachs ha accantonato il 47% dei propri ricavi per compensi e bonus, una cifra sufficiente a retribuire ogni dipendente con 500mila dollari per nove mesi di lavoro. «C'è molta indignazione – ha spiegato George – e non sono sicuro su come possa essere stemperata se non moderando» i compensi «e ammettendo che Goldman e altre aziende hanno beneficiato dell'azione del governo». (R.Fi.)