Parole in libertà. Nel momento sbagliato. Nel suo ultimo giorno da commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, parlando della Grecia ha ammesso apertamente l'esistenza di un "rischio contagio" per altri paesi di Eurolandia e delle preoccupazioni della Ue. Inutile nascondersi dietro un dito: il pericolo c'è ed è serio; e forse il commissario, che parlava al Parlamento europeo, ha ritenuto doveroso farvi cenno. Peccato però che Almunia non sia un economista, ma un politico. Non deve descrivere problemi e situazioni, ma delineare soluzioni. Altrimenti si corre il rischio di trasmettere ai mercati, che sono sensibilissimi, un'idea d'impotenza, più pericolosa del debito greco: un'idea che purtroppo emerge troppo facilmente quando si parla della Ue. Da un politico che ha avuto una lunga frequentazione con i mercati ci si aspettava ben altro. Nessuno gli chiedeva di nascondere la verità o, peggio, di alimentare un ottimismo privo di fondamento; ma associare a quell'allarme - come ha fatto - una serie di «vorrei che» è stato il peggior servizio che potesse fare a Eurolandia. Non è stato un buon modo di terminare il mandato.