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Eugene Fama, una delle bandiere più alte sui pennoni della Scuola di Chicago, specialista di finanza, risponde con stizza, dice che l'errore è stato del governo e non dei mercati, e che lui non sa nemmeno che cosa siano le bolle. Il mercato di per sé sa quello che fa e i mercati finanziari sono stati la vittima e non la causa della recessione. Lucas non parla. Gary Becker è abbastanza d'accordo con l'amico Posner.
A suo avviso il lungo ciclo della Scuola di Chicago è probabilmente finito, e c'è solo da sperare che una serie di economisti più giovani, nel Dipartimento di economia e soprattutto nella Booth School of Business dove insegnano Raghuram Rajan, Anil Kashyap, Luigi Zingales, Douglas Diamond e altri, possa ripartire. La battaglia per la deregulation avviata da Hayek e Friedman è stata vinta, quella per «una Fed che pensi solo all'inflazione» pure, ma aver deregolato troppo la finanza, dice Posner, ha chiuso il ciclo, e battere l'inflazione non basta. Ora si riparte da Keynes. «Credo quindi che dovremo abolire il termine Scuola di Chicago».