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Le riforme attribuiscono sempre a qualcuno responsabilità che prima non aveva e se quel qualcuno non si convince ad assumerle la frittata è fatta. Ricordate cosa capitò quando si volle ridurre lo spazio della politica rispetto a quello dell'amministrazione in sede locale e la firma di atti che spettava prima agli assessori venne trasferita ai dirigenti? Per lungo tempo quegli atti non li firmò nessuno. E chi ne aveva bisogno aspettava.
Guardiamoci allo specchio. Siamo il paese del Gattopardo, non lo dimentichiamo. Se davvero crediamo che sia tempo di riforme, allora far vivere la cultura del cambiamento, iniettarla nei canali educativi e della comunicazione (quanto può fare in tal senso un giornale come Il Sole 24 Ore!), scegliere infine in base ad essa chi chiamiamo a governarci è compito di tutti noi. Ed è tre quarti del percorso. Altro che dormire in attesa del Principe.