Chi frana, chi precipita, chi barcolla. E chi, come l'Italia, resta immobile e in prospettiva promette di non cedere. Il mondo dei rating sovrani è stato travolto da una valanga di declassamenti nel 2009, concentrati sulla categoria meno a rischio. Spagna e Irlanda hanno perso il prestigioso marchio della "AAA". Nel 2010 altre retrocessioni clamorose potrebbero scuotere i mercati, se il consolidamento sostenibile dei conti pubblici si farà attendere in quei paesi che hanno fatto lievitare deficit-Pil e debito-Pil con politiche fiscali di stimolo all'economia e interventi pubblici a sostegno del sistema bancario. Anche per tamponare lo scoppio di bolle speculative immobiliari. L'Italia nel 2009 ha mantenuto invariato il rating di Moody, S&P e Fitch e ha conservato l'outlook stabile sul medio-lungo periodo, forse sorprendendo come real sick man of Europe, il malato dell'Europa: premiati, tra l'altro, la solidità delle banche, il basso debito privato, l'economia diversificata e la politica del rigore sui conti pubblici. Per il 2010 il mercato scommette sulla conferma della stabilità del rischio-Italia: il pareggio, restare fermi, di questi tempi, nel mondo dei rating è una vittoria.