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L'esito più probabile di questo risanamento dei conti pubblici sarebbe un rallentamento dell'economia in paesi con grossi disavanzi di bilancio e delle partite correnti. Considerando la mancanza di competitività di questi paesi in disavanzo nelle partite correnti e la debolezza della domanda nel resto della zona euro, questo rallentamento dell'economia potrebbe protrarsi a lungo. L'interrogativo è se la popolazione lo accetterebbe. Se così non fosse emergerebbero crisi politiche, con conseguenze incerte.
Le eccedenze strutturali del settore privato e delle partite correnti della Germania rendono impossibile per i suoi vicini eliminare il deficit di bilancio, a meno che non siano disposti a convivere con una recessione prolungata. Il problema potrebbe essere risolto se la zona euro decidesse di portare in attivo il saldo con l'estero. Mi chiedo come potrebbero spiegare una politica del genere ai partner globali. Un altro modo per risolvere la situazione è che la Bce applichi una politica monetaria espansiva che riesca a spronare la spesa privata nei paesi in eccedenza e porti l'inflazione in Germania molto al di sopra della media della zona euro.
La Germania si è infilata in una trappola che ha creato lei stessa. Vuole che i suoi vicini siano il più possibile come lei, ma loro non possono farlo, perché la sua carenza di domanda interna non è universalizzabile.
Come forse avrebbe detto il filosofo tedesco Hegel, la tesi tedesca esigeva un'antitesi spagnola. Ora che la bolla del settore privato è scoppiata la sintesi è il disastro finanziario di Eurolandia. L'ironia è che se si vuole che Eurolandia diventi più tedesca, la Germania dovrà esserlo di meno. (Traduzione di Fabio Galimberti)