Non entra-esce dalla clinica specializzata in dipendenze come l'estrosa Amy Winehouse, ai vertici della hit parade e del consumo di droghe. Non finisce al pronto soccorso, pestata a sangue dal «primo e unico grande amore», come Rihanna. Non rischia la denuncia per truffa dal governo del New South Wales perché nel tour australiano canta in playback come Britney Spears.
Laura Pausini è on stage (anche se si ritirerà per due anni da gennaio), rassicurante, con il suo spagnolo dalla "s" sibilante alla romagnola, con la normalità da ragazza della porta accanto anche se fattura cento milioni all'anno e fa razzia di trofei internazionali. Come (era) Luciano Pavarotti, come Andrea Bocelli, la regina del pop melodico è un'eccellenza made in Italy. È una di noi anche quando deve combattere contro la bilancia, ma riesce a convincere il dietologo a non eliminarle dalla tavola gli adorati tortellini. Perde solo sul ragù, da sostituire con due gocce di aceto balsamico. Non sempre si può vincere.