«Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l'inizio di una nuova realtà». Viene in mente la frase del celebre architetto Friedensreich Hundertwasser, leggendo il libro Campus all'italiana di Marco Ferrando dedicato al Politecnico di Torino, alla sua storia recente, e pensando alle trasformazioni epocali che ha vissuto il nostro ateneo parallelamente e congiuntamente a Torino e al Piemonte. Non è un caso che nel volume si faccia spesso riferimento all'integrazione del Politecnico con il contesto cittadino e regionale, con la realtà economica e sociale. Il sogno è stato quello di molte persone e di molte istituzioni che hanno creduto nella possibilità di ripensare a paradigmi, di anticipare tendenze, di progettare il futuro in stretta sinergia e comunione d'intenti. Proprio nel centocinquantenario dalla nascita del Politecnico è per noi quanto mai importante ripercorrere le fasi che negli ultimi vent'anni hanno profondamente modificato la fisionomia della nostra università, per fissare e rivivere la coralità delle voci che hanno avuto una parte fondamentale nel condurre l'ateneo a quello che è oggi: una delle prime università tecniche in Italia e nel mondo. In questi anni le volontà di cambiamento che maturavano all'interno del Politecnico si sono intrecciate con le inevitabili trasformazioni della Torino che punta a diventare città della Conoscenza dalle aperture internazionali. Il libro di Ferrando riporta sulla carta quella che, per noi che l'abbiamo vissuta, è stata un'eccezionale avventura. Esperienza naturalmente non ancora conclusa, ma che continua a essere, anzi siamo convinti sarà, il punto di partenza per nuove scommesse e idee per il futuro.
Francesco Profumo è il rettore del Politecnico di Torino