Arriva dal governo un segnale importante con l'approvazione della riforma dei servizi pubblici locali. Si rimette in moto la liberalizzazione di un settore che è il motore delle economie urbane. L'apertura ai capitali privati garantirà crescita e modernizzazione per un settore frenato negli ultimi cinque anni da incertezze normative e peso eccessivo del settore pubblico. Ma è sul piano politico che la novità si fa interessante. La decisione del Consiglio dei ministri segna una vittoria non trascurabile del "partito delle riforme", costretto finora in un angolo. La precedente versione della riforma dei servizi locali era finita su un binario morto 14 mesi fa per l'ostruzionismo della Lega. Fatto non irrilevante: il testo di ieri è stato approvato all'unanimità dopo un'intesa con i ministri leghisti. Il governo mostra quindi di poter sanare le proprie tensioni interne imboccando la via riformista. Finora non era successo, è un bel segnale. Inevitabili, poi, due domande: l'accordo di ieri reggerà al passaggio in parlamento? E questa prima decisione aprirà la strada alle altre riforme di cui il sistema economico ha bisogno?