La storia di Mediobanca ha una dimensione epica. È come La saga dei Nibelunghi: chi ha perso le puntate degli scorsi sessant'anni può godersi l'azione, ma si perde la trama. Il vero problema, tuttavia, è che di alcuni episodi salienti c'è solo il racconto mitologico. Ovvero più racconti. "L'uscita del giovane Arpe" è, per esempio, un capitolo controverso. In un'intervista a Cesare Geronzi, pubblicata da Giancarlo Galli, il presidente di Mediobanca spiega che fu lo stesso fondatore di Mediobanca ad allontanare il giovane manager: «Anche Cuccia lo aveva cacciato - spiega Geronzi - era un incantatore di serpenti». La versione di Cesare Romiti, pubblicata in questi giorni, svela tuttavia un retroscena. Non fu il sacerdote del capitalismo italiano ad allontanare Arpe. Enrico Cuccia avrebbe tentato di salvare il manager, i cui rapporti con Vincenzo Maranghi erano diventati tesi, tanto da chiedere allo stesso Romiti di fare da mediatore: «Ricordo che parlai a lungo con Arpe - spiega Romiti – e alla fine lo avevo convinto; ma poi non ci fu nulla da fare». Maranghi aveva deciso. (R.Fi.)