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Tra pragmatismo e contraddizioni

a cura di Serena Danna

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11 dicembre 2009



FA GLI INTERESSI DELLA SUA NAZIONE
Tra pragmatismo e contraddizioni
Un discorso responsabile e onesto. Ha parlato da presidente di una nazione in guerra, mettendo in luce i limiti della potenza americana, ma soprattutto quelli del mondo che guarda ad essa come a una guida universale. Obama è stato percepito come presidente del mondo intero, ma non lo è.
Ha una responsabilità solo nei confronti dei suoi cittadini, ed è quella di finire il prima possibile le guerre iniziate da Bush senza aderire alle aspettative esterne

Lucio Caracciolo
Direttore della rivista
di geopolitica Limes

LUCIDO SUL PERICOLO JIHAD
Rispondendo alle critiche di quanti non ritenevano opportuno dare a Obama il Nobel per la pace, il presidente ha dato seguito alla grande sfida del mondo contemporaneo dicendo, senza mezzi termini, che ci sono guerre da combattere. Una in particolare: quella contro la Jihad. Non c'è alcuna contraddizione con la determinazione con cui il presidente lotta per i diritti umani, come dimostra la disposizione di chiudere Guantanamo
Maurizio Molinari
Corrispondente della Stampa dagli Stati Uniti
UN DISCORSO DA MORALISTA CRISTIANO
Il discorso non può certo entusiasmare chi guarda a una pace vera. Nel mondo cristiano-cattolico il concetto di "guerra giusta" è sempre stato accettato. Il punto non è rifiutare la guerra per principio, ma iniziare un discorso sulla guerra. Pare di ascoltare un moralista cristiano. La proporzione tra forza usata e probabilità di successo, come la "legge dell'amore", sono presenti nei testi classici della cristianità
Franco Moretti
Padre comboniano Direttore di Nigrizia
UNIRE CONCORDIA E LOTTA AL TERRORE
Il presidente Obama nel suo discorso per il premio Nobel ha ribadito la vecchia idea americana per cui l'uso della forza, quando necessario, è «moralmente giustificato».
Il concetto è presente anche nel pensiero religioso e nella teoria gandhiana della non-violenza: non mi pare che ci sia contraddizione tra gli attuali impegni americani di continuare lotta al terrorismo in Afghanistan e Pakistan e l'azione per la pace del presidente americano
Massimo Teodori
Professore di Storia
e istituzioni degli Usa
NON ESISTONO CONFLITTI GIUSTIFICATI
Una guerra in cui sono stati violati i diritti non può essere definita giusta. Non possiamo accettare che un conflitto sia «moralmente giustificato». La sfida dei diritti umani di Obama è lacunosa nonostante il presidente abbia fatto dei passi in avanti coraggiosi, come dimostra l'ordine di chiusura di Guantanamo. Ci aspettiamo che faccia dei diritti umani una priorità e non di usarli solo quando fa comodo
Christine Weise
Presidente Amnesty International Italia
11 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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