Appena Ben Bernanke ha iniziato a parlare, Wall Street ha reagito negativamente e in mezz'ora ha perso quasi l'1 per cento. Anche il petrolio è sceso di oltre un dollaro, l'oro è scivolato e sono andati giù pure i titoli di stato, con i rendimenti conseguentemente saliti di alcuni centesimi. E ovviamente s'è apprezzato il dollaro. A giudicare da tanta reazione, ci si sarebbe aspettati grosse novità dal presidente della Fed. Invece non s'è sentito nulla o quasi che già non si sapesse o che i mercati non s'aspettassero: al punto che lo stesso Bernanke ha precisato che lo scenario di politica monetaria è «pressoché lo stesso» di quello delineato il 26 gennaio. Bernanke ha ribadito che l'economia Usa ha bisogno di una politica monetaria «molto accomodante», facendo capire che passerà parecchio tempo prima di un rialzo dei tassi. Se proprio si vuole scorgere una novità, è che nel processo di exit strategy potrebbe arrivare un rialzo del tasso di sconto (quello che le banche pagano alla Fed) prima di quello dei Fed Funds. Ci hanno messo un'ora e mezza i mercati per capire che non era successo niente e ritornare al punto di partenza.