Sul Sole 24 Ore di ieri, in prima pagina e con un commento a pagina 12, abbiamo ironizzato sui giovani in cerca di prima occupazione che preferiscono un lavoro stabile e vicino casa. Il posto fisso, scrivevamo con il pensiero rivolto ai giovanotti che non si staccano dalle gonne della mamma prima dei trent'anni. Ieri, un'intervista rilasciata dall'economista Mario Deaglio al quotidiano Il Riformista ci ha fatto riconsiderare la scelta dei giovani. Nonostante l'Italia non abbia rilevanti problemi di sopravvivenza - grazie soprattutto al contenuto indebitamento medio delle famiglie italiane - nei prossimi anni, dimostra dati alla mano Deaglio, il paese andrà incontro a una fase di galleggiamento tra riduzione del debito e crescita anemica. In queste condizioni come dar torto a chi pensa al 27 del mese anziché a una start up? Come criticare chi resta su scala domestica senza avventurarsi nella ricerca e nell'innovazione? Se non riformiamo subito la sonnolenta Italia rischiamo di perdere una generazione intera. E dare loro torto poi sarà del tutto inutile.