Malgrado gli impegni dei governi, i tentativi di arrivare a una regolamentazione globale coordinata dei mercati finanziari si sono rivelati finora inconcludenti. Anzi, a ben guardare, la distanza di posizioni tra Europa e Usa su tematiche-chiave come la vigilanza, la contabilità aziendale o la regolamentazione delle banche è addirittura aumentata: l'armonizzazione delle leggi, nel terzo anno dalla crisi dei subprime, resta lontana. Con un'eccezione: la lotta agli speculatori. Da quando la grande speculazione internazionale ha preso di mira il debito sovrano degli stati invece delle azioni delle banche, infatti, nessun governo si sente più al sicuro: come è accaduto alla Grecia, altri paesi potrebbero finire nel mirino dei "sabotatori" dei mercati. Ecco allora prendere corpo la convergenza d'interessi alla base delle grandi riforme. La determinazione di Francia e Germania a regolamentare in Europa il mercato dei credit default swap ha costretto gli Usa ad allinearsi: il presidente della Cftc, l'authority Usa sui derivati, ha detto chiaramente che gli Stati Uniti seguiranno l'Europa su questa strada e che una stretta collaborazione contro la speculazione è stata già avviata tra le due sponde dell'Atlantico. È un primo passo, ma è sicuramente nella direzione giusta.