Le cifre date ieri a Londra dall'Agenzia internazionale dell'energia hanno dimensioni monstre. Si parla sempre meno di petrolio – che fino a pochi anni fa era alla base dei dati su cui le aziende programmavano gli investimenti – e sempre più di cambiamento del clima, cioè di emissioni di anidride carbonica, al gas che si sviluppa dai processi di combustione. Il tema dei fumi "cambiaclima" ha cifre sempre più alte non solamente per quanto riguarda i costi da affrontare per ridurre le emissioni, ma anche per le conseguenze che potrebbe avere una mutazione delle condizioni climatiche. Le emissioni di anidride carbonica sono quando di più globalizzato ci sia in un mondo già globalizzato. Se la Cina non ci sta, se gli Stati Uniti fanno le bizze, le conseguenze ambientali sono identiche in ogni parte del mondo. Questa visione planetaria dell'ambiente e dell'energia chiede un governo centrale, un organismo decisore che – usando gli strumenti del mercato, i più ferrei che ci siano – sappia farsi valere in tutto il mondo.