Suggerimento per il partito democratico: sfidare Silvio Berlusconi nel 2013 candidando David Cameron. L'inconsistenza dei democratici è infatti una delle ragioni principali della forza del premier il quale, se evitasse qualcuna delle sue mega-scivolate, avrebbe oggi consensi stellari.
E allora? Bisogna prendere esempio dai tory britannici, il partito con più lunga esperienza di governo democratico al mondo. I conservatori erano per lungo tempo rimasti convinti che, avendo la signora Thatcher rivoluzionato la società inglese, prima o poi l'elettorato sarebbe tornato tra le loro braccia per assaporare gli antichi sapori: deregolamentazione, privatizzazioni, meno tasse, legge e ordine, contrasto all'immigrazione, nazionalismo, valori. E invece niente: i "leader calvi" tory hanno perso tre elezioni contro Blair finché è arrivato Cameron, un giovane politico istruito, piacente, elegante e con una bella famiglia e storia personale.
Ma la personalità non bastava e quindi, facendo storcere la bocca a molti, David ha reinventato il partito conservatore: ok tasse ai ricchi, ecologismo, intoccabilità di scuole e sanità pubblica, apertura alle minoranze e agli stili di vita alternativi. Adesso la sua piattaforma è più vaga e se Brown fosse meno impopolare la vittoria non sarebbe sicura; tuttavia per ora ha funzionato e gli eredi di Churchill sono in testa a tutti i sondaggi e continuano a mietere vittorie elettorali alle amministrative e alle europee.
Al di là dei propri riflessi condizionati bisogna trasformarsi. Se vincessi io le primarie del Pd, lo farei in quattro direzioni che sono viste come altrettanti fardelli dagli elettori che il centro-sinistra deve conquistare, quelli moderati.
Sindacati: tagliare il cordone ombelicale, sfidare apertamente la Cgil e dare l'impressione che non si è succubi di una forza conservatrice. Operazione condotta con successo da Tony Blair il cui risultato è stato, paradossalmente, di moderare le Trade unions.
Magistratura: anche qui avere il coraggio di contrapporsi, di dire che la separazione delle carriere non è antidemocratica (e neppure di destra), che il corporativismo di molte toghe è inaccettabile e che l'efficienza è un valore.
Tv: combattere il partito Rai attraverso l'unica opzione possibile, la privatizzazione. Non si capisce quale sia il vantaggio di avere delle televisioni pubbliche sempre a rischio di essere ostaggio dei governi di centro-destra: solo per poter nominare un paio di direttori?
Tasse: ha fatto più Visco di chiunque altro per rendere indigesto il governo Prodi. Si opti per meno tasse per tutti con abbassamento delle aliquote fiscali anche per i benestanti(lo han già fatto Schröder e Zapatero. Blair le lasciò a livello Thatcher), innalzando magari quelle sui capital gain e sulle rendite in generale.
Si tratta di politiche che molti partiti di sinistra hanno già adottato che metterebbero in difficoltà il Cavaliere (come si opporrebbe alla privatizzazione della Rai o a meno tasse, lui che non le ha abbassate?). Il successo di questa politica di decostruzione è dato dal fatto che chi mugugna non ha dove andare (con Di Pietro? ma lui poi dove va?) e concede una chance di sottrarre voti ai delusi del governo. Che il Pd non abbia Cameron non è un problema: ma prima o poi verrà fuori qualcuno educato a Eton, Oxford e con una bella chioma, no?