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AUTORITA' DI VIGILANZA / La crisi dà la sveglia ai controllori

di Marco Onado

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13 agosto 2009


Fra le tante vittime della crisi finanziaria c'è anche la credibilità dei controllori che con molti e ripetuti peccati di omissione hanno contribuito in misura significativa a gonfiare la bolla del credito oltre ogni limite.
Nel mirino delle critiche non ci sono solo le banche centrali che hanno condotto per troppo tempo una politica monetaria troppo accomodante, ma anche le autorità di controllo dei mercati come la Sec americana o la Fsa britannica, quest'ultima con l'aggravante di avere anche responsabilità sulle banche. Non sorprende quindi che queste due istituzioni, sotto la guida di nuovi presidenti (Mary Shapiro e Lord Turner) cerchino di ricostruire la reputazione gravemente compromessa, intervenendo attivamente nel dibattito sulle riforme e soprattutto intensificando l'attività di enforcement in modo deciso.

Solo nell'ultimo mese, la Sec ha sanzionato Bank of America, General Electric e l'ex amministratore delegato di Aig e ha iniziato un'azione per possibili casi di abusi di mercato nel campo dei derivati sul credito. Ha inoltre avviato indagini a tappeto su possibili casi di manipolazioni del mercato e uno studio approfondito (in questo imitata dalla Fsa) sui programmi di frequent trading dei grandi investitori e sui sistemi di scambio organizzati dalle grandi banche denominati dark pools (e già il nome non è dei più tranquillizzanti). Gli uni e gli altri potrebbero infatti avere effetti negativi sulla piena trasparenza delle negoziazioni e quindi essere pregiudizievoli per la generalità degli investitori.

Le autorità reagiscono anche a rischio di vedere sensibilmente ridimensionati i loro poteri e le loro risorse (nel caso britannico, addirittura la proposta del partito conservatore prevede l'abolizione pura e semplice della Fsa) ma vi è anche una chiara volontà di voltare pagina e di trarre dalla crisi gli insegnamenti necessari. Il nuovo presidente della Sec ha nominato un nuovo capo della delicata sezione di enforcement, scegliendo un procuratore distrettuale, Robert Khuzami, che a sua volta ha notevolmente rafforzato le strutture operative e ha dato inizio ad importanti azioni, di cui quelle ricordate sono solo le più significative. La Fsa dal canto suo ha lanciato un programma definito Intensive Supervision in cui, finalmente, non si preoccuperà di essere troppo intrusiva nei comportamenti aziendali e cercherà invece di esercitare un'azione deterrente credibile ed efficace. Qualche cinico potrà pensare, non del tutto a torto, che si chiudono le stalle dopo che i buoi sono scappati, ma la nuova tendenza merita qualche riflessione in più.

Primo.
Abbiamo certamente bisogno di nuove regole, ma nell'attesa è possibile cominciare ad applicare le vecchie in modo finalmente severo e generalizzato. La grande novità dell'azione della Sec, come ha detto la nuova presidente, è la sua intransigenza nei confronti anche dei grandi nomi dell'industria e della finanza americana. In altre parole, il regolatore americano vuole tornare ad essere il "difensore degli investitori" come recita il suo motto, senza alcun timore reverenziale, che sicuramente c'è stato negli ultimi anni. In aprile, la Sec ha portato in tribunale per false comunicazioni sociali Walmart (che è stata riconosciuta colpevole) e ora ha ottenuto una transazione con General Electric, in base alla quale la società, pur negando responsabilità di qualsiasi tipo, paga un'ammenda di 50 milioni di dollari (e spese legali per 200) per problemi legati ai profitti dichiarati negli ultimi anni. In tempi d'incertezze così profonde sull'attendibilità dei bilanci aziendali, si tratta di un segnale importante che si spera porrà qualche limite alla creatività contabile, sempre così fertile.

Secondo.
Il nuovo attivismo mette in evidenza che la crisi è stata determinata anche da molti e diffusi comportamenti fraudolenti. Come ha detto lo stesso Khuzami, non tutti i comportamenti che hanno condotto alla crisi devono essere considerati dolosi, ma esiste anche una vasta area di azioni deliberatamente fraudolente che la Sec intende perseguire, in parallelo all'azione dei magistrati penali e dell'Fbi. La Fsa, dal canto suo, ha ottenuto la prima condanna penale per insider trading: una goccia nell'oceano dell'impunità, certo, ma comunque un segnale importante.
Non si tratta di una concessione populista al comprensibile risentimento contro la finanza: fintanto che continueremo a credere (come piace a tante anime belle, anche nell'accademia) che la crisi sia stata determinata solo da un eccesso di euforia, in cui tutti sono responsabili e quindi nessuno è responsabile, sarà difficile evitare in futuro comportamenti analoghi a quelli che l'hanno determinata. Come nella stagione degli scandali finanziari, la prevenzione futura risiede anche nella capacità di perseguire i comportamenti devianti, prima ancora di scrivere le nuove regole. Le sentenze di Enron e Worldcom vennero pronunziate in nome della legge precedente alla riforma Sarbanes-Oxley.

  CONTINUA ...»

13 agosto 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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