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Ma a Katyn la storia non è tornata indietro

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13 aprile 2010

Di tutte le immagini che, dalla mattina di sabato, ci arrivano sulla tragedia aerea di Smolensk, ce n'è una che rimarrà indimenticabile: un piccolo uomo con i capelli ormai grigi, inginocchiato di fronte al feretro imbandierato del fratello gemello, e dietro di lui una giovane donna vestita di nero (ha perso in un attimo padre e madre) che si sta allontanando. È una scena quasi privata, pur nel grande spazio grigio di un aeroporto ventoso, con la folla delle autorità e dei giornalisti, i drappelli militari e la banda, le tv del mondo che scrutano con i loro indiscreti obiettivi volti e gesti del dolore.

Poi ci sono le immagini delle migliaia di persone che depongono le candeline e i fiori, la commozione forte della gente per strada, l'ala dell'aereo impiccata al ramo di un alto albero, la radura triste di Katyn, gli abbracci, meno rituali del solito, tra gli esponenti politici.

Molti hanno scritto che la storia si ripete. Lech Walesa ha affermato sull'onda dell'emozione che si è trattato di «una seconda Katyn», dando così voce a un parallelismo del tutto inopportuno. Quelle foreste sono certamente, come le ha subito definite la televisione polacca, una sorta di "Golgota polacco", ma l'uccisione, da parte dei miliziani sovietici, di 22mila ufficiali polacchi, nella primavera del 1940, non è accostabile alla morte di 96 tra i massimi dirigenti dello stato polacco sullo stesso suolo russo.

Il timore di questo accostamento deve aver condizionato anche i governanti russi: i volti e le parole di Medvedev e di Putin sono apparsi subito molto preoccupati. La catastrofe aerea di Smolensk ha eliminato alcuni tra i rappresentanti più significativi dell'"opzione antirussa" in seno al potere polacco, e a Varsavia, nei commenti a caldo, si cominciavano a sentire alcuni che si chiedevano a chi giovasse la scomparsa repentina di un presidente come Lech Kaczynski, candidatosi per un secondo mandato, che non aveva esitato a esprimere direttamente la solidarietà alla Georgia attaccata dalla Russia e si era messo idealmente alla testa di tutti quei popoli che si sentono, a vario titolo, minacciati dalla politica di Putin. E proprio Putin (che già nella cerimonia a Katyn di giovedì 8 aprile, alla presenza del primo ministro polacco Donald Tusk, aveva ammesso per la prima volta con chiarezza la responsabilità sovietica, anche se non del popolo russo) per sfatare ogni dubbio si è assunto la guida della commissione d'inchiesta ed è subito volato sul posto della catastrofe.

L'abbraccio, in serata, a Smolensk, con lo sconvolto Tusk, l'immediata dichiarazione, per la giornata di ieri, di una inconsueta giornata di lutto nazionale russo e persino la nuova trasmissione, stavolta sulla rete nazionale, del film Katyn del regista polacco Wajda sono tutti gesti tesi ad allontanare dalla Russia ogni ombra, ma che sono apparsi sinceri. Sono gesti molto importanti e in un certo senso nuovi, assai apprezzati a Varsavia, che rimarranno nella memoria e peseranno positivamente sulle future relazioni tra i due paesi.

Questo clima, una volta passato il momento del lutto, aiuterà anche uno svolgimento più sereno delle elezioni presidenziali polacche. Può darsi che Jaroslaw Kaczynski (dei due gemelli, la personalità più forte) decida di candidarsi, sfruttando anche l'onda delle emozioni. Il candidato socialdemocratico, il vicepresidente della Camera bassa, Jerzy Szmajdzinski, è anch'egli perito nella catastrofe aerea e non sarà facile trovare chi lo sostituisca. Il candidato della Piattaforma civica (il partito di Tusk), Bronislaw Komorowski, in qualità di presidente della Camera, ricoprirà fino a giugno le funzioni di presidente della Repubblica: avrà modo di dimostrare, e lo sta già facendo, la sua moderazione e abilità politica.

Ma bisognerebbe che questa grande tragedia polacca fosse sentita da tutti gli europei. Perché anche se alcune delle persone che sono morte sabato mattina avevano un'idea scettica dell'unità europea, e l'avevano avversata in nome degli interessi nazionali, sia l'orrendo massacro che avvenne settant'anni fa in quelle foreste sia il fatale incidente aereo dell'altro giorno sono parte della storia di tutta l'Europa.

13 aprile 2010
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