ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

21 Marzo 2010

20 Marzo 2010

19 marzo 2010

18 Marzo 2010

17 Marzo 2010

12 Marzo 2010

11 Marzo 2010

10 Marzo 2010

9 Marzo 2010

8 Marzo 2010

7 Marzo 2010

6 Marzo 2010

4 Marzo 2010

3 Marzo 2010

2 Marzo 2010

1 Marzo 2010

28 Febbraio 2010

27 Febbraio 2010

26 Febbraio 2010

25 Febbraio 2010

24 Febbraio 2010

23 Febbraio 2010

20 Febbraio 2010

19 Febbraio 2010

18 Febbraio 2010

17 Febbraio 2010

16 Febbraio 2010

14 Febbraio 2010

13 Febbraio 2010

12 Febbraio 2010

11 Febbraio 2010

10 Febbraio 2010

9 Febbraio 2010

8 Febbraio 2010

7 Febbraio 2010

6 Febbraio 2010

5 Febbraio 2010

Banche e il nuovo riassetto

di Antonio Quaglio

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
13 febbraio 2010

La convention degli operatori bancari (quest'anno in calendario a Napoli) conserva un'atmosfera unanimistica che a inizio 2010 è destinata ad assumere un senso particolare. Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi parlerà infatti non soltanto ai suoi vigilati di sempre, ma anche - per certi versi - a una delle sue constituency nella "campagna elettorale" per il vertice Bce. La solidità del sistema creditizio nazionale nella crisi è uno degli ace riconosciuti in mano a Draghi e le banche italiane non potrebbero che vedere rafforzata la loro immagine se il governatore assumesse un ruolo ancora più rilevante nella ricostruzione dell'industria finanziaria globale.

Ma riassetto e crisi hanno molto trasformato la "comunità bancaria" da quando Forex (e Atic, Aiote, Assobat) erano club davvero orizzontali. Sul level playing field apparentemente unico formatosi per tutti gli intermediari concorrenti, dimensioni e problematiche sono andate divaricandosi. Nel codice Abi-Bankitalia, le banche «maggiori» sono 8 e le «grandi» sono 12 e ad esse fa capo all'incirca la metà degli impieghi a residenti e dei depositi. L'altra metà (di cui cui continua a essere cliente il grosso dei 4 milioni di imprese italiane) è tuttora gestita da 36 banche «medie», 151 banche «piccole» e 596 banche «minori».

Nel consuntivo degli ultimi 12 mesi di vita bancaria, sullo spartiacque tra banche "grandi" e "non grandi", non ci sono solo le prime schermaglie per la nuova presidenza dell'Abi. C'è anche la formalizzazione del «principio di proporzionalità», lo scorso luglio, dalla nuova disciplina sulla trasparenza bancaria. Un principio, quello della differenziazione delle modalità (e dunque degli oneri) di comunicazione ed erogazione dei servizi alla clientela, chiaramente analizzato nella relazione d'impatto sulla trasparenza: «Per le banche di minori dimensioni i costi medi di sportello, soprattutto quelli di adeguamento, sarebbero mediamente più elevati». Tuttavia: «L'incremento dei costi di compliance appare non trascurabile ma nel complesso sostenibile». Ed è questo il principio che le autorità creditizie, non solo in Italia, stanno tenendo fermo mentre in tutto il mondo la vigilanza a tutela del cliente si va facendo più stretta. Ma è difficile pensare che - anche nella platea di Napoli - ci sia unanimità sulla immediata sospensione del "principio di proporzionalità". E le banche "non grandi", in Italia, non sono (ancora) la minoranza.

13 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-