Ci sono eccellenze che l'Italia tiene quasi nascoste. Come gli Interporti. La Dgg, la società tedesca leader del settore, ha realizzato il primo benchmarking continentale del comparto e ben sei siti italiani stanno fra i primi undici, con Verona a guidare la classifica. Un riconoscimento alla qualità e all'efficenza dei servizi, peccato che una rete così invidiabile sia utilizzata relativamente poco. Il perché è facile a dirsi: mancano alcune importanti infrastrutture di collegamento che consentano di sfruttare a pieno le potenzialità esistenti. Verona, ad esempio, non ha un collegamento diretto con l'Adriatico. Così le merci in arrivo e in partenza per l'Asia, comprese quelle delle aziende locali, fanno il giro per i grandi porti del Nord Europa, pur transitando poi tutte per il Mediterraneo per attraversare il Canale di Suez. Dicono gli addetti ai lavori che gli investimenti necessari sarebbero limitatissimi, che si può fare tutto in fretta, che un'ottimizzazione della rete potrebbe far salire anche di un punto il Pil nazionale. L'agognata competitività si può conquistare anche solo con un po' di concreta cultura logistica.