Riflessioni da condividere e lezioni da mandare a memoria. Sono quelle raccolte nel volume Alla scuola della crisi. Quattordicesimo rapporto sull'economia globale e l'Italia da Mario Deaglio, Giorgio Arfaras, Anna Caffarena, Giorgio S. Frankel e Giuseppe Russo. Quando la crisi è esplosa, sembrava solo una questione di finanza, di titoli e di grandi gruppi bancari, poi, a macchia d'olio, ha coinvolto ognuno di noi, i paesi di tutto il mondo, con implicazioni sociali, politiche, geostrategiche e ambientali che condizionano le scelte fatte dai governi e gli orizzonti dei singoli. Il volume, pubblicato dal Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi e da Ubi Banca, parte dall'analisi della crisi globale per considerare i comparti in maggiore difficoltà (ad esempio, il trasporto aereo che sta lottando per sopravvivere; il settore energetico); per studiare la crescita delle aree urbane e delle nuove classi sociali, e i paesi in maggiore difficoltà. Dopo la crisi, il mondo non sarà più lo stesso: è necessario un ripensamento globale - scrivono gli autori. Un ripensamento che passa anche dalla politica estera della presidenza Obama, da una nuova intelligence degli Usa. Anche l'Italia esce diversa dopo lo shock finanziario e porta nel 2010 crollo dell'occupazione e debito pubblico elevato, ma importante è vedere il bicchiere mezzo pieno: è probabile che quest'anno, esaurita la fase acuta della crisi, l'Italia riprenda a volare come il calabrone, molto lentamente, ma che riesca a volare. Per cambiare il volo del calabrone non basta aspettare la fine della crisi, ma il paese potrà contare su bilanci e patrimoni stabili delle famiglie. Auspicando che un profondo confronto sui temi dell'economia impedisca alla crisi di diventare politica.