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IDEE / Se Tokyo sbaglia Pechino impara

di Martin Wolf

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13 gennaio 2010

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Il Giappone ora dovrebbe puntare a una crescita trainata dal mercato interno. L'esigenza più importante è quella di ridurre il risparmio d'impresa. Smithers sostiene che questo avverrà naturalmente, perché i risparmi sono in gran parte consumo di capitale, a sua volta il prodotto di una storia di investimenti in eccesso. Aggiungerei che se c'è un'economia che ha bisogno di un mercato per il controllo delle imprese, per togliere il denaro dalle mani di management sonnacchiosi, questa è quella giapponese. Non essendo vincolato all'establishment imprenditoriale, il nuovo governo, finalmente, dovrebbe adottare politiche mirate a modificare i comportamenti delle grandi aziende.


È anche il momento di mettere un freno alla deflazione. Per raggiungere questo risultato, la Banca del Giappone deve collaborare col governo al fine di evitare un eccessivo rafforzamento del tasso di cambio. La forza recente dello yen avrebbe dovuto determinare politiche monetarie molto più aggressive. Una volta che il Giappone avrà finalmente un'inflazione significativa - il minimo indispensabile è il 2% - il paese avrebbe i tassi di interesse reali negativi di cui ancora ha bisogno.


Nel frattempo, il resto del mondo deve domandarsi se sta facendo tesoro degli insegnamenti che offre il caso giapponese. Il declino economico del paese del Sol Levante segnala con forza che anche un disavanzo di bilancio sostenuto, tassi d'interesse a zero e politiche di espansione quantitativa non conducono a un'impennata dell'inflazione nelle economie del dopo-bolla afflitte da sovracapitalizzazione ed eccedenza patrimoniale, come gli Stati Uniti. E segnala anche che per invertire la rotta ci vorrà molto tempo.

Ma l'esperienza giapponese può offrire un insegnamento anche per un'economia abbastanza diversa. Suggerisce che quando una crescita molto sostenuta comincia a rallentare, in un'economia che si è rimessa in pari con quelle più avanzate, con un risparmio d'impresa molto elevato e investimenti fissi relativamente alti, può rivelarsi estremamente difficile gestire la domanda. Questo è vero in particolare se la promozione deliberata dell'espansione del credito e le bolle dei prezzi delle attività fanno parte del meccanismo usato per sostenere la domanda. E chi è, in questo momento, che deve assolutamente fare tesoro di questo insegnamento fondamentale? La risposta è: la Cina.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

13 gennaio 2010
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