Giuliano Zuccoli, presidente di A2A, ha indossato la fascia tricolore e, con una certa determinazione, cerca spazi per contenere la leadership della francese Edf in Edison. Banche d'affari e consulenti hanno trovato pane per i loro denti perché districare la matassa dei rapporti tra gli azionisti della società elettrica di Foro Buonaparte è tutt'altro che facile. Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison, fa da parafulmine alle sortite di Zuccoli e ha vissuto in presa diretta il cambio della guardia al vertice di Edf, dove da poche settimane Henry Proglio ha sostituito Pierre Gadonneix.
Sulla carta l'alternativa è tra la conferma degli equilibri attuali oppure un nuovo accordo: i francesi diventano padroni incontrastati del campo e, in cambio, cedono agli altri azionisti, e in particolare alla A2A, un pacchetto di attività che permettano di aumentarne significativamente la capacità produttiva di energia elettrica. La terza possibilità risulta del tutto teorica perché è difficile immaginare che Edf molli la presa su Edison, la cui conquista è costata molto impegno e molti quattrini.
La verità è che, andando al cuore del problema, il dossier Edison troverà soluzione un minuto dopo la definizione di tempi e metodi per la rinascita del nucleare in Italia.
L'obiettivo di Edf è sempre stato la conquista di una quota rilevante del mercato italiano dell'energia elettrica. E la Edison è stata il grimaldello per conquistare posizioni di forza. Nei mesi scorsi però è arrivato l'accordo con l'Enel che, per volontà dei governi Sarkozy e Berlusconi, ha dato via libera al piano per la costruzione delle nuove centrali nucleari, un vero salto di qualità. Ecco perché, se la costruzione degli impianti partirà davvero, Edison finirà di essere il cardine esclusivo intorno a cui ruota la presenza francese sul mercato italiano pur restando importante perché, soprattutto in tempi recenti, ha avviato la costruzione di una rete commerciale per la vendita sia alle piccole e medie imprese sia alle famiglie.
Il decollo del nucleare avrebbe una conseguenza ampiamente prevedibile: una apertura maggiore di Edf alle richieste di A2A, pronta a rilevare asset in cambio dell'uscita dall'azionariato di Edison. In caso contrario Edison tornerà a essere l'unica carta vincente giocabile, rendendo così assai probabile lo strappo con la società guidata da Zuccoli, con l'obiettivo di permettere ai francesi di comandare senza lacci e lacciuoli. Il fatto è che Zuccoli cerca di arrivare ad un accordo in tempi rapidi. Ma non gli sarà così facile.
Intanto una visita di Proglio in Italia è prevista il 22 marzo e il tema dell'energia sarà uno degli argomenti principali del prossimo incontro a livello governativo Italia-Francia. Sul nucleare la bagarre è aperta. Edf fa pressione, Enel sogna il passaggio dalle parole ai fatti, altri candidati protagonisti bussano alla porta. In particolare spingono sull'acceleratore i tedeschi di Eon, il cui presidente, Wulf Bernotat, ha definito pochi giorni fa l'Italia «un mercato chiave». Eon cerca collegamenti con le municipalizzate italiane, a partire proprio da A2A, teorizzando il modello Fennovoima, il consorzio promosso in Finlandia di cui il gruppo tedesco è azionista di riferimento con decine di soci, tutti grandi utilizzatori di energia, imprese industriali o municipalizzate. L'asso nella manica è una alleanza tecnologica che aprirebbe la porta del mercato italiano all'americana Westinghouse, con soddisfazione anche del gruppo Finmeccanica.