Transazioni fuori bilancio e manipolazioni intenzionali dei conti per illudere gli azionisti sulla capacità della banca d'investimento di sostenere le perdite: il rapporto sugli ultimi mesi di vita della Lehman Brothers ha individuato una notevole quantità di scorrettezze da parte dei manager della società e una grossolana negligenza da parte dell'amministratore delegato Richard Fuld. E persino la Ernst & Young, la società di revisione contabile potrebbe essere accusata di «imperizia professionale». È un quadro devastante, quello disegnato da Anton Valukas, perito del fallimento. La crisi finanziaria del 2007-2009, che ha trovato il suo momento più drammatico proprio nel fallimento della Lehman, si conferma sempre più l'effetto di una miscela esplosiva di cattivi comportamenti privati e disinvolti interventi pubblici. La cosa che colpisce di più, nel rapporto di Valukas, è però l'incapacità dei controlli privati, interni ed esterni, di bloccare operazioni individuate e denunciate da alcuni manager. È forse un nuovo segno che l'autoregolamentazione imposta dai mercati, tanto cara ad Alan Greenspan, non funziona.