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È nota la crisi delle assemblee elettive - e del parlamento in primo luogo. Ma non sembra che la rivalutazione sia da cercarsi in un assemblearismo governante o in un governo che non si distingua chiaramente dagli altri organi. La definizione di un governo forte ed efficiente a questo punto è ancora molto incerta. Il momento delle autonomie - di tutte le autonomie - non può essere strumentalizzato facendo degli enti autonomi delle pure forze di completamento delle forze politiche nazionali al servizio della loro strategia. La difficoltà del decollo delle regioni non sta in questo? I cenni potrebbero andare all'infinito. Ma il problema non sta nel definire astrattamente e dogmaticamente le istituzioni, bensì nell'intuizione di una politica nazionale che faccia uscire il paese dal settarismo e dalla contrapposizione. Se dovesse continuare il clima di oggi, non avrebbe alcun senso il richiamo alla Costituzione, né a questa né ad altre. Sarebbe lo scontro e la guerra civile.
Occorre ripristinare un sistema politico intorno al quale far crescere l'unificazione della società sul piano culturale e morale. L'unificazione morale e civile del paese non può essere frutto della strategia di un solo partito, né dei partiti soltanto, ma della capacità di essi di comprendere e valorizzare ciò che il paese esprime.