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INTERVENTO / Una cabina di regia
per lo sviluppo

di Claudio Scajola

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14 AGOSTO 2009

Il dibattito sul Mezzogiorno è un tema di grande rilievo e attualità che il governo Berlusconi ha posto come centrale della sua azione. Il governo sta dando concretezza a un obiettivo da tutti condiviso: innescare nel Sud un circuito virtuoso di interventi che assicurino lo sviluppo a partire dalle forze presenti sul territorio (risorse, imprese e pubbliche amministrazioni).
Ecco perché è molto opportuna l'idea del presidente del Consiglio di uno strumento che acceleri il processo virtuoso. Non è rilevante definirne ora il nome, ma cogliere quali funzioni esso debba presidiare.

È già stato ricordato come l'attuale meccanismo di programmazione e d'intervento nacque nel 1998 con l'istituzione da parte del presidente Ciampi del Dipartimento per la programmazione - allora al ministero del Tesoro e oggi allo Sviluppo economico - per offrire un quadro coerente d'intervento all'uso delle risorse nazionali (fondi Fas e spesa ordinaria) ed europee. Ad affiancare quel processo serve ora, insieme alle regioni, una rapida riconversione delle risorse per fronteggiare la domanda di rilancio dell'economia meridionale e rafforzare i meccanismi di spesa e di controllo con azioni connaturate alla fase d'emergenza.
Non servirà costituire nuove strutture pesanti, dato che le competenze sono già concentrate nel Dipartimento per le politiche di coesione. Occorre invece una missione ben chiara, di forte interlocuzione con le regioni, di elaborazione progettuale, d'intervento sui meccanismi e sulle procedure, capacità di stima dei tempi e dei costi degli interventi, monitoraggio continuo delle scadenze, assistenza tecnica.
Un secondo pilastro sarà il riesame delle forme d'intervento assicurate dalle leggi: è Invitalia che oggi, dopo un'impegnativa ristrutturazione, gestisce la maggior parte delle misure e potrebbe fornire un supporto importante d'assistenza operativa ai territori. Penso ai nuovi "Contratti di sviluppo", che sostituiranno i contratti di programma nell'industria, agroindustria, turismo e commercio.

C'è poi il tema dei progetti nazionali, gestiti dai ministeri e dai concessionari di servizi. Per tali progetti si è posto lo stesso problema di riorientamento alle emergenze e con i soggetti gestori di reti si è avviato un confronto molto serrato. Lo testimoniano ad esempio le nuove scelte di politica energetica definite con la Legge sviluppo, in vigore da domani 15 agosto, tendenti a favorire investimenti e infrastrutture per rendere il Mezzogiorno un luogo privilegiato per la produzione di energia rinnovabile e il nodo d'interscambio energetico per tutta l'area del Mediterraneo.
Ma l'azione del governo è testimoniata anche dagli interventi in difesa degli insediamenti produttivi maggiori (auto, aeronautico, chimico, farmaceutico) dove abbiamo anche fronteggiato e bene la fuga di alcune multinazionali estere aggredite dalla crisi planetaria.
Così come i programmi delle Infrastrutture sono attenti al Mezzogiorno, stanno procedendo anche gli investimenti a favore delle imprese del Sud: il piano per la banda larga, le Zone franche urbane, il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, la riqualificazione dei siti inquinati, il rafforzamento per il Sud del programma di innovazione tecnologica per il Made in Italy.

Se i soldi finora sono corsi avanti, in attesa che qualche progetto (magari impolverato) ne giustificasse l'uso, è ora di recuperare una cultura progettuale che faccia discendere le decisioni dalle scelte e priorità.
Sul piano delle regole ci sono già le basi per dare avvio alle attività, identificando gli interventi strategici e verificando la loro sostenibilità tecnica ed economica, e con certezza dei tempi di attuazione.
Il ministero dello Sviluppo economico ha avviato un intenso lavoro con gli altri ministeri e le regioni del Sud per accelerare la programmazione e la spesa, soprattutto sui grandi progetti comunitari, e sulle azioni cardine del Fas che garantiscono il principio di concentrazione delle risorse.
Ritengo che abbiamo finora lavorato sui presupposti e sulle priorità per rendere efficace la spesa per il Mezzogiorno: il Piano per il Sud sarà il coerente sviluppo di questa azione.

14 AGOSTO 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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