Di sicuro, così com'era, il capitale di Delta non poteva restare. Pressato dalla Magistratura forlivese (inchiesta «Varano») e dalla Banca d'Italia, il gruppo bancario bolognese sino a oggi controllato dalla Cassa di risparmio di San Marino, doveva necessariamente modificare la struttura del proprio azionariato. Così dopo le intese siglate tra la banca sammarinese e la Sopaf di Giorgio Magnoni, accordatisi dopo un lungo contenzioso per la concessione, a fronte di corrispettivo, di un'opzione per la vendita a terzi della partecipazione del 15,95% di Sopaf in Delta, ora a siglare un accordo analogo è la Estuari, la società che raggruppa tra i soci numerosi manager che hanno contribuito a fondare la società. Anche in questo caso si tratta di concedere alla Carisp un'opzione per la vendita del 49,9% del gruppo emiliano-sammarinese. La doppia opzione lascerà alla banca del Titano le mani libere per individuare un acquirente che sono in molti a sostenere sia già stato individuato, con l'appoggio di Banca d'Italia. (St.E.)