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Gli atti di Copenhagen in 2 miliardi di pagine

di Anna Zavaritt

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14 dicembre 2009

I l fine giustifica i mezzi, forse. Ma gli oltre 40mila partecipanti alla Conferenza sul clima, riuniti a Copenhagen per impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2, ne hanno nel frattempo prodotte 16.648 tonnellate, in carta. Come se nella città delle biciclette circolassero per un intero anno circa 5.500 automobili in più (motore euro 4, percorrenza media di 20mila chilometri).
La stima è prudenziale, si riferisce solo ai documenti prodotti dalle commissioni di lavoro – cioè a report tecnici, decisioni, risoluzioni e pubblicazioni di sintesi annuali – e assumendo che questa enorme pila di carte (in tutto 50mila fogli) sia stampata una volta sola, solo in "bella copia" e distribuita a ogni governo, Ong e giornalista.
In tutto 2 miliardi di fogli di carta, che equivalgono a circa 14 tonnellate. Ognuna delle quali produce 1.182 chilogrammi di CO2. Chissà cosa avranno pensato i partecipanti, sfogliando il programma dei lavori – e con la borsa piena di documenti cartacei – mentre nel video di apertura della Conferenza, la protagonista, una bambina, chiedeva «Per favore salvate il mondo ». Un messaggio forte, che richiama all'impegno tutti.I danesi la loro parte l'hanno sempre fatta e anche per il vertice l'offerta è all'insegna dell'eco-turismo: eco-bus elettrici e biciclette gratuite messe a disposizione dalla città, ma anche eco-hotel certificati, che – tramite riduzione di energia, utilizzando fonti di energia verde e rispettando i limiti di emissione di anidride carbonica – sono riusciti a diventare completamente ecologici.
Un ottimo esempio, insomma, che però non sembra essere stato colto dagli addetti ai lavori.
Quattrocentoquaranta pagine solo per la lista dei partecipanti. Ma poi milioni di pagine per documenti preparatori, presentazioni, report, guide, protocolli. Dove tra diciture, rimandi ad altri studi e organismi – basti citare il Joint Implementation Supervisory Committee (Jisc) o il Subsidiary Body for Implementation (Sbi), che a loro volta pubblicano report e documenti in quantità – si perde spesso la bussola. Certamente la perdiamo noi, comuni mortali. Ma viene il dubbio che neppure gli addetti ai lavori troveranno mai il tempo per scorrere tutte queste pagine.
Con buona pace per l'ambiente. A meno che – ci piace almeno sperarlo – tra le severe regole che governano il summit di Copenhagen ci sia anche il divieto assoluto di stampare ciò che non si ha il tempo di leggere.

14 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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