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ISLAM RADICALE - SOCIOLOGIA DEGLI ATTORI / Il terrorista parte per la tangente

di Moisés Naím (Direttore di Foreign Policy)

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14 febbraio 2010

Secondo voi, qual è la causa principale del terrorismo islamico? a) la povertà; b) l'ingiustizia; c) l'assenza di democrazia; d) la mancanza di fiducia; e) il conflitto israelo-palestinese; f) la religione; g) cause sconosciute.

La risposta esatta a questa domanda è tanto importante quando sorprendente. È importante perché fino a quando non saremo in grado di capire le cause del terrorismo islamico, sarà impossibile cercare soluzioni. Ed è sorprendente perché di fatto non si conosce molto sulle ragioni per cui una persona decide di suicidarsi uccidendo degli innocenti. Quindi, la risposta esatta alla domanda è la g): non si sa.

Se le cause del terrorismo fossero la povertà e la disuguaglianza, il mondo sarebbe pieno di terroristi brasiliani. E se la democrazia fosse un antidoto efficace, l'India, che è la più grande democrazia al mondo, dovrebbe subire meno attentati rispetto a dittature come la Cina o la Libia. Ma non è così. Le democrazie sono più vulnerabili agli attacchi terroristici di quanto lo siano i regimi autoritari. E se la causa fosse il conflitto tra israeliani e palestinesi, per quale motivo i terroristi suicidi in Afghanistan distruggono le scuole femminili, o alcuni sunniti in Iraq si trasformano in bombe umane che scoppiano in un mercato gremito di sciiti?

Neppure la religione sembra offrire una spiegazione convincente. Jessica Stern, ricercatrice ad Harvard, riferisce che il governo dell'Arabia Saudita ha interrogato migliaia di terroristi catturati sulle motivazioni del loro comportamento. Risulta che una schiacciante maggioranza non aveva ricevuto un'educazione religiosa approfondita, e che la sua conoscenza dell'islam era molto limitata. Il 25% dei partecipanti ai programmi di riabilitazione per terroristi in Arabia Saudita ha precedenti penali e solo il 5% aveva condotto in precedenza una vita religiosa attiva. La varietà e complessità tra i terroristi sono molto spiccate, come in qualsiasi altro gruppo umano. In genere, sono poche le notizie certe sulle origini dei terroristi e sul loro profilo psicologico. Tranne che molti di loro sono ingegneri.

È questa la sorprendente conclusione di un articolo pubblicato di recente dall'European Journal of Sociology, intitolato «Perché ci sono tanti ingegneri tra gli islamici radicali». Diego Gambetta e Steffen Hertog sottolineano che «tra gli islamici radicali violenti, gli ingegneri sono ampiamente rappresentati, tra le tre e quattro volte di più rispetto ad altri professionisti». Gli autori hanno studiato i precedenti di oltre 400 membri di gruppi violenti di radicali islamici in più di trenta paesi del vicino Oriente e dell'Africa. Gli studiosi confermano i risultati di ricerche precedenti in cui si affermava che i terroristi possiedono generalmente entrate più sostanziose e un'istruzione superiore rispetto alla media degli abitanti del paese, oltre al fatto che il 44% dei violenti era ingegnere o studente d'ingegneria.

Nei paesi di origine degli individui considerati, gli ingegneri scarseggiano: rappresentano appena il 3,5% della popolazione. Tuttavia, nei gruppi terroristici islamici costituiscono quasi la metà del totale. Nel campione analizzato, la seconda area universitaria più diffusa è quella degli studi islamici, seguita da medicina, scienze ed educazione, e ognuna di queste raggiunge tassi molto inferiori rispetto al 44% dell'area "ingegneria". Inoltre, il 60% dei terroristi islamici nati e cresciuti nei paesi occidentali ha effettuato studi di ingegneria.

Come si spiega questo fenomeno? Gambetta e Hertog analizzano e respingono varie ipotesi, tra cui la possibilità che l'abilità degli ingegneri li porti a essere un bersaglio attraente per chi recluta terroristi, oppure che tutto ciò sia semplicemente un'anomalia della storia. I ricercatori sono giunti alla conclusione che le cause della presenza spropositata di questi professionisti siano dovute alla relazione della cosiddetta "mentalità" degli ingegneri con determinate condizioni socio-economiche prevalenti nei paesi islamici. Secondo questo studio, l'ingegneria attrae individui che preferiscono risposte chiare e modelli mentali che minimizzano l'ambiguità. Nelle università statunitensi, per esempio, la probabilità di essere allo stesso tempo religioso e conservatore è sette volte maggiore nelle scuole di ingegneria che in quelle di scienze sociali.

Gambetta e Hertog dimostrano che vi è una forte affinità tra la struttura mentale degli ingegneri e l'ideologia che promuove le azioni dei terroristi radicali islamici. Questa tendenza interagisce ed è potenziata dal fatto che gli ingegneri - intelligenti e ambiziosi in campo professionale - si scontrano e si radicalizzano nell'affrontare la stagnazione economica, la mancanza di opportunità per i giovani e la repressione politica abituale nei paesi islamici.
Le spiegazioni del fenomeno degli ingegneri terroristi sono controverse. Ciò che non è controverso è il fatto che tra i terroristi islamici vi siano molti ingegneri. Come pure il fatto che sui terroristi islamici si creino molti aneddoti, pregiudizi e generalizzazioni stereotipate, ma al contempo ci siano pochi dati scientificamente attendibili.

(Traduzione di Graziella Filipuzzi)

14 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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