Le elezioni regionali rischiano di essere l'ennesimo cinepanettone della politica italiana. Come dare torto ad Andrea Romano (nostro editorialista) e Carlo Calenda della Fondazione Italiafutura? Gli elementi ci son tutti: politici pasticcioni, equivoci, donnine e mandrilli, l'odore dei soldi. Stessi attori, stesso copione, stesse battute. Non sorprende che, secondo i sondaggi, una percentuale che sfiora il 20% del corpo elettorale ha deciso di andare al mare. Molti commentatori - il nostro Folli, Battista del Corriere, Sorgi della Stampa, Campi del Riformista - analizzano con amarezza il fenomeno. Romano e Calenda vanno oltre: comprendeno, giustificano, sembrano non disapprovare l'astensionismo. Intendiamoci, parlare di tutto tranne che di quello che gli italiani vogliono sentire (occupazione, economia, crescita) è un forte stimolo a mollare tutto. E non votare è legittima opzione. Ma l'Italia può permettersi l'Aventino, la diserzione del voto? Siamo sicuri che il silenzio serva? Noi preferiamo andare a votare. Nel bene e nel male questo è il nostro paese e gli «antitaliani», alla lunga, sono i veri alleati, pur con nobili motivi, dell'Italia peggiore.