C'è un tempo che la politica non sembra percepire. Quello di chi oggi prova a remare e a restare a galla contro la corrente della crisi mettendo in gioco anni di lavoro e di investimenti professionali e umani. Per migliaia di imprenditori sono importanti misure di sostegno all'economia, non il loro annuncio. Un caso specifico e significativo è quello di decine di migliaia di imprese edili che rischiano di chiudere: il 15% dell'intero settore, dicono i centri studi. Molte di queste sono in regola, hanno rispettato l'impegno contrattuale, hanno realizzato i lavori. Non vengono pagati, però, da comuni e province. Si trovano in difficoltà con le banche. Hanno visto un taglio drastico del loro mercato, gli enti locali hanno chiuso i rubinetti. Da mesi si annuncia un piano delle piccole opere che dovrebbe essere una boccata d'ossigeno. Così hanno fatto in Spagna, per esempio, impegnando 8 miliardi in un anno. In Italia, annunci di risorse al Cipe, mesi per trasformarli in impegni di cassa, procedure lunghe, disponibilità che sono sempre una piccola parte di quanto annunciato. Se l'intenzione è seria, è il momento di fare in fretta.