Ha ragione il direttore della Sala stampa vaticana, padre Lombardi, a lagnare l'accanimento dei mass media contro la Chiesa cattolica nell'infuriare dello scandalo pedofilia. C'è un certo revanchismo nello scagliare la prima pietra e atteggiarsi a moralisti. Poco conta che non sempre i nuovi Savonarola abbiano pulpiti candidi: la campagna persiste. Eppure la Chiesa ha provato a combattere il male, intere diocesi Usa sono andate in bancarotta per compensare le vittime, esiste un istituto dove i preti pedofili vengono curati e puniti, e l'allora cardinal Ratzinger usò parole tragiche nella Via Crucis 2005. A ben vedere però il doppio standard, chiedere alla Chiesa quel che non si chiede a una palestra o una scuola di danza, è elogio indiretto. Ci siamo rassegnati ad accettare il male ovunque, ma credenti e non credenti restano sconvolti dagli errori tra gli uomini di fede. Il peccatore vede l'ipocrisia nella Chiesa prima di tutti, ammoniva il frate trappista Thomas Merton. Il sospetto, anche eccessivo, nasconde nel profondo un'aspettativa di riscatto, che, spesso delusa, non si spegne. Una speranza nel buio su cui i pastori rimasti "buoni" possono contare.