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NO COMMENT / La pax bancaria prova a partire dal fondo per le Pmi

di Fabio Tamburini

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14 Novembre 2009

UniCredit e Banca Intesa Sanpaolo hanno partecipato fin dall'inizio alla nascita del fondo per ricapitalizzare la piccola e media impresa, ma anche il coinvolgimento del Monte dei Paschi di Siena è già agli atti. E altre adesioni arriveranno. Banca Ubi ha mandato segnali di seguire la vicenda con interesse, come c'è chi scommette sul coinvolgimento della Popolare di Milano. L'accordo è destinato a segnare con un atto concreto la fine delle ostilità tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e i vertici delle principali banche, grazie all'impegno di un grande mediatore: Giuseppe Guzzetti, presidente della lombarda Fondazione Cariplo, azionista di peso d'Intesa Sanpaolo.

La strategia dell'attenzione di Guzzetti verso Tremonti parte da lontano. Confermando la sensibilità da democristiano di lungo corso, Guzzetti ha capito prima degli altri che Tremonti era destinato a diventare il crocevia dei nuovi equilibri di potere tra l'economia e la politica. Così ha tessuto la tela come pochi sanno fare e Tremonti ha finito per considerarlo uno dei pochi riferimenti in un mondo, quello delle grandi banche, considerato ostile. Ecco perché, quando il muro contro muro non ha prodotto risultati tangibili e si è fatta strada la convinzione che l'interesse comune fosse sotterrare l'ascia di guerra, i lunedì milanesi del ministro sono diventati occasione d'incontri con Guzzetti e i principali banchieri, presente anche un altro ex dc esperto in mediazioni al massimo livello: Fabrizio Palenzona, vicepresidente di UniCredit e deus ex machina della Fondazione Crt di Torino.

Entrambi, non a caso, hanno partecipato al summit di lunedì 26 ottobre, tenuto presso l'ufficio del ministro a Milano, e ad altre riunioni con l'amministratore delegato di Banca Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, il collega Alessandro Profumo di UniCredit, Vittorio Grilli, direttore generale presso il ministero dell'Economia (a cui è affidata la regia dell'operazione).

Difficile dire se risulterà davvero una pax bancaria. Di sicuro è in arrivo l'accordo per la nascita del super-fondo per le piccole e medie imprese. L'ultimo aggiornamento del progetto è contenuto in un documento di cinque, sei pagine, discusso pochi giorni fa. La raccolta prevista è di circa 3 miliardi e, come spiega il documento, servirà «per favorire la patrimonializzazione delle imprese e incentivare il processo d'aggregazione». L'attenzione è rivolta al mondo delle 10mila aziende con un fatturato annuale tra 10 e 50 milioni. Il fondo sarà gestito da una Sgr, avrà una struttura definita "snella" e potrà essere «specializzato in comparti produttivi e aree territoriali». Nella raccolta dei capitali necessari saranno impegnate, oltre alle banche, fondazioni e Cassa depositi e prestiti. Una prima ipotesi è che l'impegno finanziario venga suddiviso in tre parti uguali. Ma la decisione definitiva va ancora presa.

Il fondo renderà disponibili capitali per fronteggiare la stretta che devono affrontare le imprese, con i ricavi che tendono a diminuire e i tempi di pagamento che tendono ad allungarsi. In contemporanea è previsto un secondo tipo d'intervento, cioè la trasformazione dei crediti in quote di capitali. Per quanto riguarda le fondazioni, l'intenzione di Guzzetti è che l'operazione sia di sistema e che tutte siano chiamate a parteciparvi, sia pure pro quota e secondo le possibilità, mentre per la Cassa depositi e prestiti potrà risultare necessario qualche ritocco allo statuto.

fabio.tamburini@ilsole24ore.com

14 Novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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