Il Fondo unico per lo spettacolo sembra aver fatto il suo tempo. Le imprese del cinema, per prime, vogliono sganciarsi dalla ricorrente "tagliola" delle Finanziarie. Il Fondo, istituito nell'85, non ha tenuto il passo del costo della vita e della crescita del Pil. La mancata approvazione delle leggi di settore, previste da quella "madre" di 25 anni fa, ha poi impedito di effettuare una programmazione delle risorse che, fra l'altro, premiasse anche soggetti nuovi ed emergenti, tra cui i giovani. La Relazione annuale al Parlamento relativa all'anno 2008 sull'utilizzo del Fus conferma l'eccessiva "polverizzazione" di parte dei finanziamenti, insieme alla concentrazione degli stessi a favore di pochi soggetti. Né manca una disparità tra regioni e tra province della stessa regione. Quella che manca, invece, è la capacità dello stato di valutare gli effetti dei finanziamenti sulla crescita di strutture e produzioni e la capacità di prevedere, per quanto possibile, gli effetti di nuove misure come gli incentivi fiscali o di nuovi sistemi di finanziamento alternativi al Fus.