Presentare la candidatura a un'Olimpiade è un lavoro maledettamente serio. Ne ha avuto la prova Roma, che è arrivata al'assegnazione del Giochi del 2004 con un dossier buono ma non eccellente ed é stata bruciata da un'Atene più compatta e magistralmente guidata da Gianna Angelopoulos. Ne ha avuto la prova Chicago surclassata da Rio, ma anche da Tokyo e Madrid. Se l'Italia vuole davvero le Olimpiadi 2020 abbatta i campanili e lavori a una sola candidatura, solida e credibile. Non è una questione di primogeniture. Roma ci pensa alla bocciatura del 2004. Venezia si è fatta avanti la settimana, Palermo, ieri, candidata dal presidente della Regione Lombardo all'insaputa del sindaco Cammarata e provocando le ire del governatore del Veneto Galan. Proprio quello che si deve evitare. Io so che tu sai che io so, no l'ho detto prima io. Le città preparino i loro dossier, il Comitato olimpico nazionale e il governo scelgano il migliore e il paese si compatti per ottenere i Giochi. Se invece siamo alla ricerca di pubblicità gratuita, prego avanti c'è posto. Si candidi pure Cenate Sotto.