Ti piace un'ambientalista? Pronta la mappa dei posti più green della città. Un'appassionata di politica? Ecco le news da Washington. Il corteggiamento al tempo dei social network passa dal marketing e arriva dritto sullo smartphone. Si chiama AMP Up Before You score (gasati prima di segnare) l'applicazione iPhone voluta da PepsiCo per lanciare la bibita energetica AMP.
Funziona così: un uomo va in discoteca, punta la donna e seleziona la tipologia tra le 24 offerte. Una volta scelta, un avatar fornisce in tempo reale consigli e indirizzi degli hotel più vicini. Perché, detto senza mezzi termini, obiettivo dell'utente è andare a letto con la prescelta. In caso di successo, questo viene comunicato via Twitter e Facebook. E il punto è segnato.
Poche ore dopo la messa online, l'applicazione era già "il caso" della rete. Con tanti saluti a Elinor Ostrom, prima donna a vincere il nobel per l'economia.
Dalla richiesta di dimissioni della Ceo di PepsiCo Indra Nooyi a quella del ritiro immediato dell'applicazione, gli utenti hanno distrutto l'iniziativa: «È l'ennesimo attacco contro le donne - scrive Becky su Jezebel.com -, e non arriva da Kabul ma dalle arterie della modernità: il marketing e la tecnologia». «La PepsiCo alimenta la stereotipizzazione della donna - incalza The Maria -. Che idea ha delle sue consumatrici?».
Dopo l'ennesima dichiarazione di boicottaggio, PepsiCo capisce di aver esagerato e apre su Twitter il profilo #pepsifail in cui recita il mea culpa: «Pensavamo di essere spiritosi, se siamo stati di cattivo gusto scusateci». Forse non c'è davvero cattiva fede. Certo è che la rapida ritirata della multinazionale dimostra che AMP Up Before You score è una brutta pagina per il marketing: come ha scritto Adam Ostrow, direttore di Mashable.com: «Quando sui social network il brusio si trasforma in fiasco è un boomerang letale». Ma chi perde è soprattutto il corteggiamento 2.0: da Cyrano de Bergerac a uno schermo, secoli di arte della seduzione si risolvono nel commento di Kate: «Se per conquistare si ricorre a un'applicazione siamo davvero alla frutta».