Due giornate di studio e poi, già alla terza, il consueto mix di prodezze e tumulti. In testa, con la Juventus, ci sono Genoa e Sampdoria, tutte e tre a punteggio pieno, inseguite a due punti da Inter e Fiorentina. Mentre Di Natale, con la tripletta rifilata al Catania, domina la classifica cannonieri dall'alto dei suoi sei gol.
Partiamo dalle prodezze, dunque dal magnifico stacco di Gilardino che ha dato la vittoria ai viola, dalla girata di Floro Flores a Udine, dalla prodezza del sampdoriano Mannini sul solito assist di Cassano, dalla disarmante disinvoltura con cui prima Eto'o e poi Milito hanno firmato la vittoria di un'Inter così così.
I tumulti invece, cominciati sabato sera con il gol annullato al laziale Mauri contro la Juve per un improbabile fallo di confusione, sono continuati nel pomeriggio domenicale con un rigore regalato all'Udinese, con le polemiche innescate dall'allenatore del Siena Gianpaolo («Totti e De Rossi hanno insultato l'arbitro per tutta la partita») per concludersi a Marassi con la disastrosa direzione di Tagliavento. Che dopo aver espulso Criscito per un vaffa al suo indirizzo - dunque da regolamento - ha pensato bene di indennizzare i padroni di casa inventandosi letteralmente un rigore e un'espulsione che hanno ripristinato la parità sia numerica che di punteggio. Poi il Genoa si è largamente meritato la vittoria, così come la Juve la sera prima all'Olimpico. Ma i dubbi rimangono, e risultano un po' prematuri visto che non siamo nemmeno a metà settembre.
Il resto è la sfortuna dell'Atalanta sotto forma di pali colpiti, i meriti della Samp sotto forma delle grandi parate di Castellazzi, il colpo bolognese del Chievo, la rimonta della Roma a Siena e quella parziale e in extremis del Palermo sul Bari nella piscina di casa.
Magliette che sempre più numerose volano via dopo un gol (persino Eto'o, uno per il quale il gol non dovrebbe essere un evento così raro) e un Ronaldinho tolto dal campo per disperazione, da Leonardo non da Ancelotti. Da domani si torna in Europa. Contro il Barca e le tre francesi, Bordeaux, Lione e Marsiglia, non saranno passeggiate.