È un classico. In Italia, last minute e in pieno Ferragosto, succede che arrivino le vacanze, ma anche le sospiratissime istruzioni ministeriali per poter applicare il «Made in» obbligatorio. Che entra in vigore oggi con la legge Sviluppo per la quale diventa reato applicare l'etichetta «Made in Italy» su merci prodotte o commissionate, anche parzialmente, all'estero. La mancanza di un periodo transitorio ha mandato in fibrillazione aziende, spedizionieri, agenti doganali, alle prese con un fiume di merci ormai in viaggio dai punti più sperduti. Che fare all'arrivo negli scali aerei e portuali? Le istruzioni di ministero e Dogane, in extremis, ora ci sono e per fortuna puntano a garantire un'applicazione morbida, grazie al meccanismo dell'autocertificazione che di fatto sterilizza gli effetti della stretta penale. Però le preoccupazioni degli imprenditori non sono cessate: tra quelche settimana i problemi si ripresenteranno a causa di una misura penalizzante, troppo, per molte aziende. Quelle che più hanno delocalizzato. La toppa-moratoria di qualche settimana dovrà lasciare il passo a ben altri chiarimenti e, forse, a un ripensamento.