Giornata dura quella di ieri per Francesco Frasca, capo della Vigilanza di Banca d'Italia durante la stagione delle scalate bancarie ad Antonveneta e a Bnl. L'ex direttore centrale di Palazzo Koch ha deposto ieri nell'ambito del processo sulla scalata alla banca patavina nel quale è imputato e ha dichiarato di fronte al Tribunale di Milano che, se nel luglio 2005 avesse avuto tutti i dati disponibili, non avrebbe autorizzato Gianpiero Fiorani a salire nel capitale di Antonveneta. Ma quali dati erano «non convincenti e (corredati da, Ndr) considerazioni poco solide, insufficienti»? Quelli provenienti dalla vigilanza cartolare, l'anima più statistica della vigilanza di Bankitalia, quella che esamina le segnalazioni e i flussi, incrocia i dati e li passa, corredati da un appunto, all'ufficio superiore. Alcuni hanno letto nelle parole di Frasca una stilettata volta a coloro che in quel periodo erano i due alti dirigenti della vigilanza cartolare di Palazzo Koch. Cioè Claudio Clemente e Giovanni Castaldi. Coloro che, in seguito, bocciarono i ratios patrimoniali della Bpl. (St.E.)